La disponibilità di funi in acciaio affidabili ne ha consentito, a partire dalla seconda metà del XIX secolo, l’applicazione nel settore dei trasporti secondo differenti concetti progettuali, a iniziare dalle funicolari terrestri (fin dal 1861 con il sistema Agudio), per poi proseguire con le teleferiche trasporto merci (a partire dal 1889) e dopo breve tempo, a cavallo fra il XIX e il XX secolo, approdare alle prime funivie per trasporto persone.

A partire quindi dall’inizio del XX Secolo in Italia incomincia l’avventura di questo innovativo sistema di trasporto ad uso turistico, che si evolve inizialmente in modo lento e successivamente in modo via via più rapido, fino a giungere alle soglie del XXI Secolo con un livello di tecnologia inimmaginabile solo 70 anni prima; ciò rende dunque particolarmente interessante l’intervallo temporale compreso fra il primo Dopoguerra e gli anni ’90 del 1900. Tanto più che proprio nei primi 40 anni del XX secolo si distinguono coloro che saranno chiamati a pieno titolo “pionieri” di un nuovo modo di intendere la montagna: ingegneri, architetti, industriali e imprenditori, tutti ugualmente lungimiranti.

Grazie all’industria del trasporto a fune il turismo invernale italiano (il cosiddetto “circo bianco”) ha avuto un enorme sviluppo, per il quale oggi si stima un giro d’affari intorno ai 6,6 miliardi di Euro. Questo giro d’affari rappresenta quindi quasi il 3% del PIL nazionale e il contributo della rete di impianti di risalita esistente sul territorio italiano (oltre 1700) ne costituisce un sostegno fondamentale.

Un ramo specifico della legislazione nazionale ne regolamenta la costruzione e l’esercizio e un’ampia normativa tecnica, ormai armonizzata a livello Europeo, si occupa di specificare i criteri progettuali dei singoli elementi
costruttivi.

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Negli ultimi 20 anni poi, parallelamente all’applicazione in campo montano, che sta ormai raggiungendo il suo apogeo, l’idea di trasporto “aereo terrestre” sta progressivamente prendendo piede nell’ambito del trasporto urbano.